L'Arabesque è uno dei passi di danza di maggior effetto, e presenta una certa difficoltà per i ballerini dei corsi inferiori di scuole e Accademie di balletto: "Questo arabesque come si chiama? E se sposto il braccio così? E se cambio la gamba?" l'insegnante di ballo interroga i suoi allievi durante la lezione di danza...

La difficoltà però non consiste tanto nell'imparare i quattro tipi diversi di Arabesque, bensì nell'apprendere il giusto épaulement, nel mantenere l'equilibrio del corpo e l'extrarotazione delle gambe, nel combinare in un insieme armonioso le linee allungate degli arti e del busto.

Vediamo dunque questo passo di danza classica.

Il termine, invariato nella scuola inglese, significa "arabesco, ghirigoro" o "alla maniera arabica": l'arte islamica infatti proibisce di riprodurre la figura umana e nelle decorazioni si ricorre a complessi disegni stilizzati. Alcuni considerano il sostantivo Arabesque maschile, altri femminile.

Questa figura basilare, detta anche posa, prevede che la gamba portante regga tutto il peso del corpo mentre la gamba lavorante è sollevata, in una linea il più possibile allungata che prosegue nelle braccia; queste sono normalmente in posizione allongée, un braccio in avanti e l'altro alla seconda. Si dicono Arabesques à deux bras (arabesque a due braccia) quelle pose in cui tutt'e due le braccia sono protese in avanti, ad altezze differenti, oppure in opposizione, cioè un braccio avanti e l'altro indietro (ad esempio il 4° Arabesque renversé).

Comunque tutto l'atteggiamento del corpo deve sviluppare una linea continua e armoniosa, dalle punte delle mani alla punta del piede en l'air. Secondo le differenti scuole internazionali della danza classica, il numero degli Arabesques varia; normalmente nelle scuole amatoriali si insegnano le quattro codificate dalla scuola russa con il metodo Vaganova.

Nel 1° Arabesque tutto il corpo è in effacé, solitamente in diagonale, con la testa di profilo; il braccio corrispondente alla gamba portante è proteso in avanti, mentre il braccio corrispondente alla gamba sollevata indietro è in Seconda allongée.

Nel 2° Arabesque la posizione delle braccia è invertita, per cui il braccio corrispondente alla gamba di terra si porta di lato mentre il braccio corrispondente alla gamba sollevata è in avanti. Le spalle si trovano entrambe alla stessa altezza, e la testa è girata verso il pubblico, al di sopra della spalla del braccio teso avanti.

Nel 3° Arabesque le braccia sono come nel 1° ma la posizione delle gambe è invertita, per cui la gamba portante è quella più vicina al pubblico e quella sollevata è la più vicina al fondale del palcoscenico. Il viso guarda nella direzione delle dita del braccio proteso in avanti e le spalle sono sempre allineate.

Nel 4° Arabesque le gambe sono in posizione croisé ( o chiusa) come nel 3°, il braccio corrispondente alla gamba portante è allungato in avanti e forma una linea continua e obliqua con l'altro braccio, che si protende all'indietro. Spalle e busto seguono questa linea obliqua e il danzatore quasi "dà le spalle" al pubblico, al quale però rivolge il viso, al di sopra della spalla che sta avanti.

Nel metodo Cecchetti gli Arabesques sono cinque: il 1° ha gambe e braccia in effacé, ma le braccia sono una davanti e l'altra dietro in una leggera diagonale che coinvolge anche le spalle; il 2° è identico ma a braccia invertite; il 3° è l'Arabesque à deux bras ottocentesco (vedi certe pose di Silfi e Villi); le altre due sono un adattamento della posa in plié, con perdita della verticalità del busto per un maggior equilibrio.

Il primo ad affrontare l'analisi estetica e strutturale dell'Arabesque sarà Carlo Blasis nel 1820, ispirandosi dichiaratamente alle figurazioni dell'arte antica che suggeriscono anche plastiche pose d'insieme: nel '700 il termine arabesque è usato dai ballerini Gardel e Dauberval appunto per indicare composizioni coreografiche di molti ballerini in atteggiamenti che ritroviamo nei bassorilievi romani.