Chiamato anche per brevità Jeté, che significa "gettato, lanciato", questo movimento è l'ideale sviluppo del Battement Tendu. Infatti secondo la scuola russa si chiama Battement Tendu Jeté, mentre nella scuola francese è detto Battement Glissé e il manuale di Grazioso Cecchetti lo denomina Battement Dégagé.

Il "disengagement"(sgancio, distacco) del Battement Jeté è riferito secondo alcuni al pavimento, in quanto il piede se ne stacca (a differenza del Tendu), secondo altri alla gamba che si solleva: a seconda dei vari stili di balletto classico, l'altezza finale del piede può arrivare anche a 45 gradi, cioè la metà di un angolo retto, mentre alcuni maestri di ballo o Accademie di Danza ritengono corretta l'angolazione a 25 gradi, o di 30, o altro ancora. L'altezza può variare anche in base alla velocità della musica.

Il Battement Jeté si studia già nei primi anni di scuola di danza classica e serve all'insegnante di danza anche a testare l'equilibrio, la stabilità, la postura del ballerino (specialmente la schiena e l'en dehors delle gambe).

Se il giovane ballerino sa già padroneggiare bene il Tendu, avrà meno difficoltà a eseguire un corretto Jeté, che esige un intenso lavoro del piede e soprattutto delle dita: il passo infatti inizia come un Tendu, ma quando questo è giunto all'estensione massima si ha uno "scatto" delle dita che porta la gamba a staccarsi dal suolo; anche nel rientro le dita devono toccare bene il pavimento, "resistendo", e la gamba deve richiudere molto bene nella posizione di partenza o altra stabilita, con il corpo in elongazione verso l'alto.

Gli errori dei piccoli allievi delle scuole di danza sono principalmente tre: lasciar cadere il fianco della gamba che lavora, "schiacciando" il bacino di lato anziché sostenerlo; girare en dedans la gamba quando si stacca dal suolo, perdendo l'extrarotazione; ed eseguire il battement senza ritmo, come un'altalena o un elastico. Al contrario, il Battement Jeté con accento in apertura va "bloccato", in altre parole la gamba scatta veloce alla posizione finale, lì si ferma ben sostenuta, e poi torna in chiusura sempre con energia.

Se i battements sono molto veloci e l'accento è in chiusura, la gamba non ha il tempo di fermarsi alla massima altezza, ma il movimento deve restare comunque diviso in due scatti veloci, non diventare uno scivolare avanti e indietro amorfo, indistinto. Quante volte gli insegnanti di danza classica devono lamentarsi di piedi senza scatto, senza forza, senza brio!

Questo passo di danza sviluppa nella gamba forza, leggerezza, velocità; il movimento lanciato deve appunto educare l'arto a una tenuta in aria, e rinforzare l'articolazione coxofemorale e quella tibiotarsica.